Biopsia della tiroide: valutazione completa e diagnosi altamente accurata
Esame fondamentale per la valutazione dei noduli tiroidei
La biopsia della tiroide rappresenta un esame fondamentale per la valutazione dei noduli tiroidei quando l’agoaspirato convenzionale non è sufficiente a definire in modo chiaro la natura della lesione. Presso lo studio del Prof. Piero Maceroni, la procedura viene eseguita con tecniche avanzate e sotto guida ecografica, assicurando precisione diagnostica, sicurezza e un approccio clinico personalizzato. L’obiettivo è offrire al paziente una diagnosi affidabile e orientare in modo corretto il successivo percorso terapeutico.
Agoaspirato tiroideo e biopsia: differenze e indicazioni
L’agoaspirato tiroideo (Fine Needle Aspiration, FNA) rappresenta normalmente il primo esame adottato per valutare la natura di un nodulo. Si tratta di una tecnica minimamente invasiva che utilizza aghi sottili (22–27 G) per prelevare alcune cellule contenute nella formazione nodulare. Il materiale ottenuto viene analizzato con esame citologico, utile per identificare caratteristiche cellulari e, in molti casi, permettere una diagnosi accurata. Tuttavia, l’agoaspirato non consente di prelevare un vero e proprio tessuto, bensì soltanto cellule isolate. Per questo motivo non può essere considerato a tutti gli effetti una biopsia.
La biopsia tiroidea (Core Needle Biopsy, CNB), invece, utilizza aghi trancianti di calibro leggermente maggiore (18–21 G) che consentono di prelevare un frustolo di tessuto completo. Lo scopo è ottenere un campione che mostri l’organizzazione architetturale del nodulo e il rapporto con il parenchima tiroideo circostante. La CNB risulta particolarmente utile quando l’agoaspirato ha fornito risultati inadeguati (categoria TIR1) o indeterminati (TIR3), consentendo una valutazione microistologica molto più precisa.
Tecnica della biopsia tiroidea
La procedura prevede l’inserimento dell’ago per via trans-istmica, sotto guida ecografica continua. Il medico individua il nodulo e sceglie il percorso più sicuro per raggiungerlo, garantendo un prelievo mirato e riducendo al minimo i rischi. A seconda dello strumento utilizzato (ago Acecut o Menghini), il metodo di taglio del tessuto può variare leggermente, ma in entrambi i casi il risultato consiste in un frustolo di tessuto adatto all’analisi istologica e immunoistochimica.
Preparazione e analisi del materiale prelevato
Dopo il prelievo, il campione viene immediatamente fissato in formalina al 10% e successivamente incluso in paraffina. Dal blocchetto così ottenuto vengono ricavate sezioni sottilissime, colorate con ematossilina ed eosina per l’osservazione al microscopio.
L’analisi istologica permette di valutare:
• struttura architetturale del nodulo
• morfologia cellulare
• rapporto con il parenchima tiroideo adiacente
Ulteriori sezioni possono essere sottoposte a specifiche reazioni immunoistochimiche con anticorpi come Galectina 3, CK19 ed HBME1, utili per aumentare la precisione diagnostica.
Se necessario, il campione può essere utilizzato per:
• analisi mutazionali del DNA
• valutazioni molecolari in FISH
• metodiche avanzate come test di genetica molecolare
Questi strumenti consentono di ottenere informazioni ancora più approfondite sulla natura della lesione e sul suo possibile comportamento biologico.
Vantaggi della biopsia tiroidea
La biopsia della tiroide offre numerosi vantaggi rispetto all’agoaspirato tradizionale. Grazie al prelievo di tessuto completo, è possibile:
• valutare l’organizzazione istologica (microfollicoli, papille, trabecole)
• identificare eventuale capsula fibrosa
• analizzare il rapporto con vasi e stroma
• distinguere noduli iperplastici da neoplasie follicolari
• rilevare segni di tiroidite nel parenchima adiacente
Queste informazioni, integrate con l’esame immunoistochimico, permettono di riconoscere varianti del carcinoma papillare e altre forme tumorali che non possono essere diagnosticate con il solo agoaspirato. La maggiore accuratezza diagnostica consente di orientare il paziente verso un trattamento chirurgico mirato o, se appropriato, verso un monitoraggio conservativo.
Svantaggi e considerazioni
In passato, l’uso di aghi più grossi (14–16 G) comportava maggiori complicanze. Oggi, grazie ai dispositivi di calibro ridotto, la procedura risulta sicura e ben tollerata. La biopsia tiroidea rimane comunque lievemente più complessa dell’agoaspirato e richiede competenza specialistica e un corretto supporto ecografico.
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